Fagioli borlotti: come riconoscere i baccelli migliori

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Questo è il periodo giusto per la raccolta e l’acquisto dei fagioli borlotti

Le settimane di transizione che vanno dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno sono quelle più indicate per la raccolta e l’approdo sul mercato dei fagioli borlotti, ma non solo. Infatti sono diverse le varietà disponibili nel nostro Paese in questo lasso di tempo. C’è da sottolineare che la presenza di questi legumi sul territorio è un importante indice di biodiversità, poiché le piante riescono ad adattarsi facilmente ai più disparati luoghi di coltivazione, generando anche diverse specie e qualità.

Fagioli borlotti: il periodo della raccolta.

Proprio questa caratteristica fa sì che i fagioli siano particolarmente seguiti e tutelati dal programma Slow Food.

Tradizionalmente, anche se la raccolta avviene in questi giorni, si tende a consumare questi legumi come secchi. Tuttavia, bisogna ricordare che i fagioli borlotti andrebbero prevalentemente preparati e gustati freschi. Per riconoscerli basta fare caso al colore verdognolo o biancastro con macchioline rosa/rossicce dei baccelli. In Italia, tra le qualità di maggior livello ci sono quelle coltivate a Centallo (provincia di Cuneo) che spesso vengono anche indirizzate ad altri mercati italiani. D’altronde, non è un caso se costantemente giungono in Sicilia, una regione che notoriamente quando si tratta di ortofrutta non ha rivali.

Fagioli borlotti: caratteristiche dei migliori baccelli e come cucinarli facilmente

Questi gustosi legumi si prestano a diverse modalità di preparazione. Anche se le più tradizionali spesso possono risultare un po’ superate a favore di ricette più elaborate, c’è da dire che in realtà sono proprio le prime probabilmente ad esaltarne maggiormente il sapore. Infine non bisogna sottovalutare che si tratta di un alimento utile per il benessere del nostro organismo grazie alle varie proprietà nutritive.

Prima di mettersi ai fornelli, però, è bene assicurarsi di aver acquistato dei fagioli borlotti che siano davvero di qualità. Tra le varie tipologie disponibili (lingua di fuoco nano, lingua di fuoco o sanguigno) è bene innanzitutto scartare quelle che prevengono dalle cosiddette piante nane e optare per i legumi che crescono su piante alte che possono arrivare a raggiungere un’altezza che sfiora anche i due metri. La prima varietà, infatti, spesso viene raccolta con dei macchinari e presenta dei baccelli piccoli che non garantiscono solitamente una resa ottimale. Diverso invece è il discorso per quanto concerne i lunghi che, anche se da un punto di vista estetico non possono apparire impeccabili (a volte presentano delle macchioline) contengono comunque dei fagioli sempre freschi e intonsi. D’altronde, non è un caso se questi costano circa 5 euro al chilo e gli altri la metà, ovvero intorno ai 2,5 euro.

La zuppa di ceci ‘ra za Cuncietta

Fatto ciò si può passare alla cucina. Per gustare al massimo il caratteristico sapore dei fagioli borlotti, si consiglia di ricorrere a delle ricette tradizionali e facili da preparare, come ad esempio una fresca insalata condita con olio extravergine, sale, pepe e un po’ di cipolla.

Le ricette tradizionali dei fagioli borlotti.

Da non dimenticare poi il metodo di cottura alla Polesine, i fasoi in potacin. Basta realizzare un soffritto con cipolla, guanciale e aglio, quindi a seconda dei gusti aggiungervi del rosmarino o dell’alloro, e infine del concentrato di pomodoro. Gli ingredienti vanno versati in una casseruola insieme a circa quattro dita d’acqua, dopodiché si lascia cuocere per circa un’ora, in particolare fino a quando i fagioli borlotti non risulteranno teneri.

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