Chi di noi può dirsi realmente sicuro di ciò che mette nel piatto? Purtroppo, quasi nessuno. Infatti, la maggior parte delle persone di questo mondo sono abituate al cibo industrializzato. Gli alimenti processati, spesso, hanno la meglio su quelli più semplici e naturali. E troppo sovente, i cosiddetti cibi artificiali sono carichi di additivi tossici per la nostra salute. Di recente, la rivista svizzera K-Tipp ha portato avanti uno studio sulla presenza di pesticidi nelle patatine confezionate. Ciò che è emerso, è a dir poco strabiliante.
La rivista svizzera K-Tipp e la scelta delle sue analisi
La rivista svizzera K-Tipp, da sempre si occupa di studiare la qualità dei prodotti comunemente utilizzati dalla gente. Dal cibo che consumiamo, fino a cosmetici e altri prodotti finalizzati alla cura e l’igiene del nostro corpo.
Poco tempo addietro, l’azienda ha deciso di svolgere una ricerca sulle patatine confezionate. Di certo, quest’ultime non si possono considerare un cibo tipicamente sano. Tuttavia, se già di per sé gli snack, dolci o salati che siano, non rappresentano uno spuntino salutare, ad aggravare la situazione si aggiunge anche una generosa dose di pesticidi.
Forse qualcuno si starà chiedendo il perché di questo studio. Magari sembrerà discutibile la decisione di analizzare un prodotto già di per sé poco sano. Eppure, le patatine in busta sono uno degli snack più amati dalle persone. Dunque, un’analisi su questo tipo di alimenti, risulta comunque utile per farci aprire gli occhi su ciò che consumiamo.
L’unica notizia che ci può consolare, è che in Europa molte tipologie di pesticidi sono bandite.
I dati ufficiali
Arriviamo al dunque. La rivista svizzera K-Tipp ha analizzato il contenuto di quindici diverse tipologie di patatine alla paprika, in commercio in numerosi supermercati e discount, tra cui Lidl. Di questi prodotti, solo uno non conteneva alcun tipo di pesticida. Il dato più sconcertante, è rappresentato dalla presenza di clorpropham, un erbicida e regolatore della crescita delle piante. Addirittura, è stato dimostrato che questo pesticida è un potente interferente endocrino, e dal primo ottobre in Svizzera non potrà più essere utilizzato.
Tuttavia, non è finita qui. Lo studio ha dimostrato che alcuni pacchetti di patatine racchiudevano un vero e proprio cocktail di pesticidi. Un esempio è quello delle “Potato Chips Pimentón” di “Fine Food” vendute da Coop (Elvetica), che contenevano quattro diversi pesticidi e 1,2 milligrammi di piombo per chilo (il livello massimo consentito nell’Ue è invece di 0,1 mg/kg!).
Un altro problema importante è rappresentato dalla costante presenza di glutammato, il noto esaltatore di sapidità.
Infine, si è riscontrata la presenza di 3-MCPD. Questo, è un contaminate derivato probabilmente dall’utilizzo ad alte temperature di olio di palma e altri grassi o oli, classificato come potenzialmente cancerogeno.
L’unico dato in fase di miglioramento, è quello riguardante l’acrilamide, sostanza sospettata di essere cancerogena, che si può formare durante il processo di produzione delle patatine fritte. Secondo la ricerca della K-Tipp, tutti i prodotti erano parecchio al di sotto del valore limite dell’Ue di 750 microgrammi per chilo.
Difendersi è possibile
E’ vero, viviamo in un mondo sempre più inquinato, e trovare alimenti del tutto biologici e sani non è una sfida da poco. Ciononostante, non significa che sia impossibile. Nel momento in cui ci riconnettiamo con la natura e i suoi prodotti, improvvisamente ci riconnettiamo anche con noi stessi. Un’alimentazione più sostenibile e più sana è possibile, e metterla in pratica è più semplice di quanto si possa immaginare. E ricordiamoci che tutti noi siamo responsabili della salute della Terra, ma siamo anche gli unici a poterla ancora salvare.