Tutti uniti nel nome del Lambrusco, una delle grandi eccellenze vinicole italiane. È quanto stabilito al termine del confronto del 28 settembre tra le assemblee plenarie, le quali hanno deciso che a partire dal 1° gennaio 2021 si attiverà l’unico Consorzio Tutela Lambrusco. Dunque, le varie anime del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa, e del Consorzio di Tutela Vini del Reno DOC hanno superato brillantemente qualsiasi tipo di divisione, votando all’unanimità in favore del nuovo progetto.
Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, ha spiegato al quotidiano Repubblica che la votazione finale delle assemblee dei soci era il passaggio decisivo per far sì che l’idea di avere un unico ente si concretizzasse. Quest’accordo permette all’intero settore di proiettarsi verso il futuro con ottimismo e fiducia, e inoltre ha aggiunto che adesso bisogna mettersi al lavoro per valorizzare «uno dei vini più rappresentativi d’Italia».
La nascita di questa nuova realtà consentirà di pianificare coralmente le strategie per la comunicazione e anche per la promozione del vino Lambrusco all’estero, anche se ovviamente ogni singola denominazione manterrà intatta la propria indipendenza decisionale.
Il Consorzio Tutela Lambrusco per dare maggior lustro ad uno dei migliori vini italiani
I numeri del Consorzio Tutela Lambrusco fanno chiaramente capire l’importanza di questo comparto non solo per il settore vinicolo, ma anche per l’intera economia italiana. Comprende circa 16.600 ettari di terreni coltivati a vigneti, e una produzione che solo nel 2019 ha abbattuto il muro dei 42 milioni di bottiglie DOC. Inoltre si sale addirittura a 170 milioni se si contano anche le etichette IGT. L’ente che diventerà operativo dall’inizio del 2021 raccoglierà otto differenti denominazioni che sono presenti tra Reggio Emilia e Modena.
Nell’elenco rientrano: Lambrusco di Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di S. Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Biondi ha evidenziato l’importanza di questi numeri che confermano anche come questo vino abbia diverse interpretazioni derivanti dalle varietà usate per realizzarlo ed anche dai territori che coltivano le uve e si occupano della produzione.
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Il presidente del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena ha rivelato che questo è il momento giusto per inaugurare un ente unitario. Infatti, anche se il vino tipico dell’Emilia-Romagna è già ampiamente conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, con l’introduzione di questa nuova realtà sarà possibile tutelarlo e presentarlo ancora meglio in ambito internazionale, dando ulteriore lustro all’immagine dell’Italia.