La diffusione dell’epidemia da coronavirus in tutto il mondo ha fatto scattare un’inattesa e per certi versi inutile corsa alla spesa. In Italia, ma anche in tanti altri Paesi, appena si è appreso dell’emergenza sanitaria, le persone si sono riversate in strada per fare la coda dinanzi ai supermercati allo scopo di riempire i carrelli fino all’orlo, nel timore che i generi di prima necessità potessero sparire per qualche motivo. A nulla sono bastati gli annunci dei vari governi che più volte hanno ricordato che l’approvvigionamento dei prodotti più importanti sarebbe stato sempre garantito. La prima conseguenza di quest’accumulo di cibo è un repentino incremento degli sprechi alimentari.
Piatto Buono: Just Eat scende in campo contro gli sprechi alimentari
Infatti, a partire dalla Gran Bretagna, in questi ultimi giorni si è registrato un grosso aumento dei rifiuti. Tra questi si è notata la presenza di alimenti integri, ovvero acquistati e poi gettati via senza nemmeno consumarli né aprirne le confezioni. Nella maggior parte dei casi sono cibi freschi e a breve scadenza che, evidentemente, sono stati comprati in quantità eccessive e poi gettati via quando non è stato possibile consumarli nella data prevista.
In Inghilterra, molte associazioni stanno pubblicando sui social network le foto di questi sprechi alimentari causati dalla corsa alla spesa: si parla di un incremento del 30% in tutto il mondo. Gli scatti mostrano chiaramente cumuli di rifiuti costituiti da imballaggi ancora intatti e pietanze mai consumate. Il Dacorum Borough Council ha anche lanciato un appello nel quale ha raccomandato a tutti di essere «responsabili e premurosi con gli acquisti». Infine, per l’ennesima volta si è ricordato che non c’è alcuna scarsità di cibo a causa del coronavirus.
Corsa alla spesa: in Italia è sparito il lievito
Il fenomeno della corsa alla spesa in tempi di coronavirus si sta verificando anche in Italia. Nel nostro Paese, inoltre, è sempre più palese la differenza tra chi ormai fa fatica ad andare al supermercato per problemi economici, e chi invece vi si reca, affronta code lunghe e snervanti e riempie il carrello per la paura che da un momento all’altro non possa trovare più nulla. E ovviamente, anche in questo caso, trascorso un po’ di tempo, gli alimenti vanno buttati via ancora integri.
Farina e lievito sono diventati quasi introvabili nei nostri supermarket. A questo punto, urge ricordare che quella relativa al Covid-19 è un’emergenza sanitaria, non alimentare, dunque non si corre il pericolo che vengano bloccati i rifornimenti quotidiani. Per questo motivo, l’assalto alla spesa rappresenta non solo una fonte di stress che si può facilmente evitare, ma anche una preoccupazione eccessiva. Al contempo, facendo compere spropositate di generi di prima necessità, si va a privare i cittadini che vengono dopo e che magari ne hanno realmente bisogno, e soprattutto si genera un aumento dei prezzi che non fa bene alle tasche dei cittadini.