“Le donne devono stare in cucina“. Questa frase ricolma di sessismo, ha risuonato per secoli all’interno della società. Ovviamente, con essa non si fa riferimento alla donna chef, a colei che sceglie liberamente la cucina come carriera. Né a tutte quelle signore appassionate di ricette e fornelli. Piuttosto, la frase sovrastante indica ciò che per anni è stata la mansione per antonomasia attribuita alla figura femminile: quella della casalinga.
E naturalmente, il lavoro della casalinga comprende anche il saper cucinare.
Le cinque ondate di femminismo, hanno combattuto e combattono tuttora per l’emancipazione femminile e la parità dei generi. Esse, si muovono in tutti gli ambiti della nostra vita. Dunque, per quanto riguarda la sezione culinaria, la vera domanda è: si può rendere la cucina femminista?
Cucina femminista: più lontana di quanto sembra
Ormai siamo tutti un po’ portati a pensare alla nostra epoca come avanzata e progressista. In effetti, da molti lati ciò è innegabile. Non si può però affermare lo stesso, o almeno non in tutto e per tutto, per quanto riguarda gli stereotipi di genere.
Tornando al tema della cucina, la musica non cambia.
Di fatti, sebbene la donna si sia ormai distaccata, nella maggior parte dei casi, dal ruolo obbligato della casalinga, spesso alcune abitudini sociali sono dure a morire.
Per fare un esempio: prendiamo una coppia eterosessuale. Essi vivono insieme e magari hanno dei figli. Magari entrambi hanno un lavoro.
Succede spesso che il dovere di cucinare venga spontaneamente rifilato alla donna, tra maschio e femmina.
Sia chiaro, non è sempre così. Gli uomini che sanno e che vogliono occuparsi dell’alimentazione familiare, esistono. E anzi, rispetto ad altre epoche, essi sono sempre in aumento. Tuttavia, quando ciò non accade, spesso è dovuto a una mancanza nell’educazione maschile.
“La cucina è roba da donne”
L’immagine qui accanto, può esserci d’aiuto al fine di comprendere questo passaggio. Possiamo notare una donna, verosimilmente una madre, che cucina in compagnia della figlioletta. Assolutamente nulla di sbagliato, anzi. Coinvolgere i bambini nell’attività culinaria fin dalla tenera età, è molto importante. Li aiuta a sviluppare i sensi e le capacità, oltre a incoraggiarli a un alimentazione sana.
Il problema, si presenta nel momento in cui facciamo della cucina una mansione di genere. E purtroppo, per molto tempo così è stato. La mamma era colei che cucinava, e come lo faceva lei non lo faceva nessuno. Ella doveva assolutamente insegnare l’attività alla figlia femmina, altrimenti chi l’avrebbe mai sposata?
Questa prospettiva sembra essere ormai lontana anni luce da noi. Eppure, nei piccoli gesti ce la portiamo ancora dietro. Basti pensare a quando si sente dire “una donna può anche essere bella e super attraente, ma se non sa cucinare non vale niente”. O ancora, quando ci ostiniamo a mandare avanti la figura della mamma che deve per forza saper cucinare, e anche bene, sennò che madre è?
Molto anni addietro, la cucina era talmente tanto legata alla parola donna, che addirittura è stata utilizzata per combattere le battaglie femministe. Si racconta infatti che le suffragette vendessero libri di cucina per finanziare le loro lotte.
Cucina e creatività
Fortunatamente, le cose, durante gli anni, hanno cominciato a prendere una piega diversa. Soprattutto a partire dagli anni novanta del ventesimo secolo, i ruoli e gli stereotipi di genere iniziano a eclissarsi. Molti uomini si cimentano ai fornelli, e altrettante donne fanno carriera.
Le signore, prendono a poco a poco sempre più consapevolezza di loro stesse. E non solo. Esse, comprendono sempre più a fondo il significato della parola femminismo. Capiscono l’importanza dell’autodeterminazione e della libera scelta, sempre e comunque. Anche per quanto riguarda la cucina.
Esistono, ora come allora, donne a cui piace cucinare. Dunque, è giusto che esse continuino a farlo. Cucinare non è una scelta anti femminista. Lo è nel momento in cui lo si fa per costrizione, o perché ci si sente obbligate a farlo in quanto donne.
Ovvio, in una coppia o famiglia, spesso si devono trovare dei compromessi. L’importante, è non attribuirsi l’intero carico, ma dividerlo equamente.
Chi sceglie di cucinare, a casa e-o per professione, spesso vede la cucina come fonte di creatività, come una vera e propria forma d’arte. In effetti, l’arte è tutto ciò che ci permette di esprimere noi stessi, le nostre emozioni, i nostri desideri e le nostre intenzioni. Dunque, quando ci mettiamo ai fornelli, cerchiamo di vestire i panni dell’artista: dipingiamo ciò che sentiamo. Trasmettiamolo a chi amiamo. In questo modo, ecco che avremo reso la nostra cucina femminista.