Hanno chiamato la loro iniziativa Fustuq, termine arabo per indicare il pistacchio, dal quale deriva Fastuca, come viene chiamato il frutto in dialetto siciliano. Vincenzo e Giulio Bonfissuto, due pasticcieri di Canicattì (provincia di Agrigento) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per tutelare l’originale pistacchio della Sicilia, contando sulla partecipazione attiva delle persone che aderiranno al progetto. L’obiettivo è quello di arrivare a piantare almeno 70 alberi per far sì che i due fratelli possano usufruire direttamente dell’ingrediente che rende unici tanti dolci tipici siculi.
Negli ultimi tempi è stata riscoperta l’importanza del cioccolato di Modica e delle mandorle di Avola. Adesso, però, il mondo della pasticceria siciliana vuole accendere nuovamente i riflettori sul gusto unico che garantisce il vero pistacchio di questa terra, il mitico Fustuq. Chiunque può partecipare al crowdfunding su Kickstarter e, in cambio, gli aderenti otterranno in omaggio dei dolci tipici preparati dai fratelli Bonfissuto proprio con il cosiddetto «oro verde» dei dolci.
I due pasticcieri di Canicattì hanno lanciato un vero e proprio appello per la tutela del pistacchio siciliano dop: «Aiutaci a regalare più radici alle nostre radici». Si tratta di un invito chiaro e significativo, perché per un maestro dolciario non c’è niente di meglio di preparare le sue pietanze con ingredienti di alta qualità che può anche coltivare direttamente dal proprio terreno.
La raccolta fondi Fustuq durerà un mese
Fustuq, la raccolta fondi per tutelare il vero pistacchio siciliano, è stata lanciata il 1° agosto e andrà avanti per un mese. Giulio e Vincenzo Bonfissuto hanno organizzato l’iniziativa nel momento in cui hanno trasferito il loro laboratorio di pasticceria in una sede più grande. Questa si trova adesso a Canicattì e abbraccia un ampio terreno che intorno agli anni Venti del Novecento era conosciuto come la «fastucheria di contrada giuliano». In questa zona, infatti, si coltivavano alcuni tra i migliori pistacchi della Sicilia.
La pasta di mandorla siciliana
Col tempo, però, la coltivazione è stata abbandonata ed oggi l’area si presenta arida e spoglia di alberi di pistacchio. Quest’attività è stata messa da parte perché poco produttiva, a fronte di costi di manutenzione e manodopera piuttosto alti. Di conseguenza, molti agricoltori siciliani hanno preferito dedicarsi alla lavorazione della vite. E così i fratelli Bonfissuto hanno avuto l’idea di far risorgere la tradizionale fastucheria per cercare di non perdere per sempre «un patrimonio culturale e agroalimentare unico di queste zone».
Il crowdfunding ha ottenuto il supporto dei comuni di Canicattì, Naro e Delia e punta ad un coinvolgimento diretto delle persone. Infatti coloro che faranno una donazione potranno usufruire di alcuni vantaggi e potranno seguire a distanza le varie fasi di crescita e fioritura dell’albero adottato, potendo dargli anche un nome. Si può contribuire a Fustuq versando una quota minima di 27 euro (che garantirà un panettone al pistacchio in omaggio) fino ad un massimo di 1.000 euro. Ovviamente i benefit aumenteranno a seconda della cifra investita per salvaguardare i pistacchi autoctoni della Sicilia.