Rum non solo re di caraibiche avventure tra pirati e contrabbandieri. Dei sogni legati ai racconti di Stevenson che scriveva di “dodici uomini sulla cassa del morto yo yo yo una bottiglia di rum”. O sul mitico Capitan Morgan che ebbe dalla Corona inglese concessioni terriere in Giamaica per piantare canna da zucchero per la distillazione del rum.
Che tornasse ad essere uno dei protagonisti di notti in spiaggia servito in cocktail o liscio per i tanti estimatori era scontato.
Rum la battaglia dei sensi con il gin
Negli ultimi anni il gin era diventato il re dei cocktail. Il Gin tonic sembrava essere diventato una sorta di rito quotidiano. Insieme a Gin Fizz, Long Island, Gin Tropical e Southside rappresentava il grosso dei cocktail da spiaggia o discoteca. Da alcuni anni il rum è diventato protagonista della stessa scalata fatta dal gin precedentemente. Il re dei Caraibi arriva in una versione leggermente meno alcolica e con un retrogusto vanigliato da scaldare anche i cuori più gin dipendenti.
Caraibi XVII secolo vera patria del rum
Gli schiavi delle piantagioni scoprirono per primi che le melasse fermentavano in alcool.
Successivamente si accorsero che rimuovendo le impurità dall’alcol quello che rimaneva era un prodotto alcolico molto profumato e dal gusto vanigliato. La tradizione narra di un documento del 1651 che afferma che “Il maggiore prodotto alcolico nelle Barbados è il Rumbullion, un rum detto anche Kill-Devil (ammazza-diavolo).
Rum la scalata del re della “noche”
Oggi molte società producono una vasta gamma di rum che va dal base, riserva e speziato. Il più gettonato tra i giovani è indubbiamente il rum bianco ormai diventato il re dei cocktail nella versione “Mojito”. ” Mettere il rum in un tumbler alto con zucchero, succo di lime, e menta. Amalgamare il tutto premendo delicatamente le foglie di menta, poi unire ghiaccio a cubetti e la soda. Decorare con un rametto di menta. Servire con una cannuccia.
La produzione di rum riaccende l’Inghilterra e non solo
È ormai più di un decennio che molte distillerie dedite al gin si siano convertite o abbiano integrato la produzione di rum. Questo non soltanto in Inghilterra ma anche in altri paesi con radici da sudditi di sua maestà tipo l’Australia. Molte di loro acquistano la canna da zucchero dai territori caraibici per il processo di produzione della melassa per poi distillarlo a rum. In questi ultimi anni la maggior parte dei produttori combatte una battaglia per la classificazione del rum. Secondo loro la classificazione per colore invece che per anno porta molta discriminazione. Così facendo a risentirne è l’utilizzo, la battaglia è nel non far credere che un rum bianco sia di scarsa qualità quindi adatto solo per i cocktail, mentre un rum scuro sarebbe adatto ad essere consumato liscio perchè di miglior qualità. “Buon Mojito a tutti”.