Nicola Pepe, una carriera già scritta nel suo nome. Vincitore dell’edizione 2018 di Hell’s Kitchen Italia, presentata da Carlo Cracco.
Cerea e Cracco: chef stellati in prima linea per aiutare gli ospedali
L’esuberante personaggio, protagonista del cooking show di Sky 1, per la Fase due, ha deciso di sostenere l’economia del mondo del food attraverso il suo profilo Instagram. E lo fa in maniera completamente gratuita.
Un’iniziativa, quella di Nicola Pepe, finalizzata a dare visibilità a tutto ciò che ruota intorno al food.
Il progetto, dal nome #saveitaly, #effettopepe, sostiene un settore duramente provato dal lockdown. Un settore che oggi tenta una difficile ripresa e che Pepe, mai cognome è stato più azzeccato per uno chef, ha deciso di prendere a cuore in maniera del tutto gratuita.
Nicola Pepe: l’iniziativa a sostegno del mondo del Food
Da qualche giorno, per la nuova fase che il nostro Paese sta attraversando, Pepe ha pensato di utilizzare il suo profilo personale di instagram per aiutare gratuitamente il mondo del food.
Nel suo piccolo, l’eclettico chef, attraverso il suo ruolo di personaggio pubblico e come vincitore di Hell’s Kitchen Italia 2018, pubblica giornalmente, attraverso la sua pagina Instagram vari hotel, ristoranti, brand alimentari. Lo scopo non è solo quello di dare loro visibilità, ma sostenerli e accompagnarli in questo momento di ripresa economica.
In un certo senso fa il food blogger, ma lo fa in maniera completamente gratuita. Dando voce a tutto ciò che ruota intorno al mondo del food.
Il gesto di Nicola Pepe è stato considerato tra gli internauti oltre che di estrema sensibilità, anche di grandissima umiltà. Soprattutto in confronto a chi utilizza i social per ricavare del profitto.
Durante il lockdown, che ha bloccato Pepe in Svizzera, lo chef ha condiviso attraverso i social, la realizzazione di varie pietanze da lui preparate con vari vip, che si avvicinavano virtualmente ai suoi consigli in cucina.
Una vita in viaggio…
Nicola Pepe, classe ’96, ha avuto un infanzia un po’ complicata. Fin da piccolo lui e la madre hanno viaggiato molto. Sia per lavoro, sia per trasferimenti, quindi non ha mai fissato radici.
Le difficoltà, però, non lo hanno mai abbattuto. Tutt’altro, ha sempre cercato di inseguire il suo sogno. A soli 15 anni, ha iniziato a lavorare nelle cucine stellate, per poi arrivare alla maturità alberghiera e iniziare a viaggiare in giro per l’Italia. Alla scoperta del vero senso della gastronomia del nostro Paese.
“Da piccolo provavo e mangiavo cose un po’ bizzarre per la mia tenera età, era bello scoprire nuovi sapori, nuovi gusti. Non ero molto socievole come ragazzino, ma ero felice perché quando assaggiavo qualcosa di nuovo, chiudevo gli occhi e andavo in un mondo totalmente diverso, un mondo migliore, un mondo pieno di colori e sfumature“.
Con queste parole Nicola Pepe descrive la sua passione per la cucina, nata in tenera età.
L’esperienza a Hell’s Kitchen Italia
“Entrato nel programma mi sentivo un po’ come il ragazzino del film La fabbrica di cioccolato. Economicamente povero, molto umile, a testa bassa. Ma ogni cosa che mi si presentava la vedevo come se fosse una cosa strepitosa. E queste erano le mie caratteristiche per arrivare fino alla fine, per poi riuscire ad alzare la testa“. Racconta Pepe in un’intervista rilasciata per FoodMakers.
Un tema quello del tornare bambini, che in un certo senso rispecchia lo spirito del menù presentato in finale, “Attraverso gli occhi di un bambino“.
“Il mio menu aveva uno scopo, ovvero tutti i commensali dovevano dimenticare tutto quello che sapevano della cucina dei ristoranti etc… Dovevano assaggiare tutte le pietanze come se fossero dei bambini, quindi la scoperta dei nuovi colori, profumi, accostamenti e forme. Ritornare bambini, questo è il segreto e una volta tanto dovremmo farlo tutti“.
Cosa bolle in pentola?
Prossimamente Pepe pubblicherà un libro “Food and Poesia“, legato al suo periodo di quarantena. I piatti da lui realizzati durante l’isolamento verranno accompagnati dagli umori del momento, tradotti in versi da Flavio Iacones.
Il libro sarà una sorta di book fotografico del difficile periodo storico attraversato dal nostro Paese, arricchito e reso unico dai piatti realizzati dallo chef.
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