L’indagine, condotta nell’ambito del progetto europeo Potatoes Forever in una selezione di supermercati a fine 2023, mostra come i consumatori italiani siano attenti alla sostenibilità delle patate e all’origine italiana. Il 48% le consuma più volte alla settimana, ma a solo il 9% dichiara di sapere perché sono uno dei prodotti più sostenibili
Nel carrello dei consumatori italiani un sacco di patate non manca quasi mai. È quanto emerge dall’indagine condotta lo scorso novembre da Potatoes Forever, campagna cofinanziata dall’Unione Europea e promossa in Italia da UNAPA – Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate, in alcuni grandi supermercati e punti vendita della penisola.
Un campione di 2.900 persone ha risposto ad alcune domande inerenti alle abitudini di acquisto e consumo delle patate, proprio mentre stava facendo la spesa nel weekend, quella da cui solitamente dipendono i pasti di tutta la settimana. Le risposte sono state positivamente sorprendenti, sia in termini di consumo che di attenzione al prodotto.
1.396 acquirenti hanno dichiarato di consumare patate più volte a settimana, e ben 902 hanno risposto di consumarle almeno una volta a settimana. Il restante campione consuma comunque patate almeno una volta ogni due settimane o una volta al mese, risultati che hanno confermato la preferenza del prodotto.
Quali sono i principali criteri che il consumatore tiene in considerazione quando acquista le patate?
Il buon rapporto qualità-prezzo è la scelta principale per il 40,7%, mentre il 27,8% considera fondamentale controllare la provenienza del sacchetto di patate che sta per acquistare: in particolare, l’origine europea risulta una delle caratteristiche a cui prestare attenzione. Il restante campione ha risposto di considerare la varietà e la tipologia di patate, a seconda dell’uso che debba farne (14,3%), mentre c’è chi controlla eventuali certificazioni ambientali legate alla sostenibilità (17%).
Proprio la presenza di una certificazione ambientale chiaramente indicata sull’etichetta spingerebbe il 31,9% ad acquistare patate più spesso, mentre il 26,8% vorrebbe avere maggiori informazioni sulle pratiche sostenibili utilizzate per la produzione. La percezione di un buon rapporto qualità prezzo fa sì che solo il 23,4% dichiari senza remore che le metterebbe più spesso a tavola se il prezzo al kg fosse inferiore. Il 17,7% infine si dimostra attento all’alimentazione, chiedendo maggiori dettagli sulle caratteristiche nutrizionali.
Se la prima parte dell’indagine voluta da Potatoes Forever! aveva l’obiettivo di indagare le abitudini nel carrello, la seconda parte delle domande si è concentrata sulla conoscenza delle pratiche sostenibili nella produzione delle patate in Europa.
La maggioranza, il 35,6%, risponde sinceramente di non saperne molto sulla sostenibilità dell’alimento e sulle pratiche messe in campo dalla filiera pataticola italiana. Addirittura, il 28,9% dichiara di non saperne “per niente”, e il 26,1% dichiara di saperne abbastanza. Purtroppo, solo il 9,2% dichiara con certezza di conoscere i processi che portano le patate a essere sostenibili, un dato piuttosto esiguo. C’è quindi ancora molto da fare per spiegare ai consumatori quali sono le azioni che i produttori europei e italiani mettono in campo ogni giorno per assicurare una produzione sostenibile.
Fame di informazioni
Il tema più interessante per il 26,8% è la tracciabilità della filiera, per sapere esattamente da quale campo italiano arriva il prodotto messo in tavola, un argomento che riguarda sempre di più tutti gli alimenti che consumiamo, indipendentemente dalla frequenza. La sensibilità verso lo spreco alimentare invece è importante per il 22,3%, che vorrebbe capire in cosa si traduce l’impegno dell’Europa per limitare lo spreco di risorse a tutti i livelli.
Potatoes Forever!, al suo secondo anno di attività, si propone proprio di informare il consumatore su tutte le buone pratiche messe in atto nella filiera pataticola europea e italiana, con l’obiettivo di valorizzare quest’eccellenza europea come prodotto non solo gustoso, ma anche e soprattutto sostenibile.